sabato 27 maggio 2017

Il branco.

Quel bisogno di appartenere ad un gruppo.
Quel bisogno di far parte di qualcosa.
Succede sia nell'animale che nell'uomo ma ci sono delle eccezioni.
Fin da bambino ognuno di noi sceglie il proprio gruppo, partendo dalle cose in comune, dal cartone animato preferito o dai giochi che amiamo.
Poi si cresce e la scelta cambia, muta con gli interessi del gruppo oppure il gruppo si scioglie per andare a crearne un altro.
Ma sono davvero gli interessi che mantengono vivo il branco?
L'esempio più comune è il calcio.
Quante volte vi sarà capitato di vedere per strada o al bar gruppi di persone e sentirle ripetere il proprio mantra: "speriamo che ne vinca un altra di Champions.." "poi ti ricordi che una volta c'erano gli anticipi , e la domenica tutti alle 15 e il posticipo serale" e così via potrebbero continuare le ore.
Stessa per cosa per il branco nerd.
E li si apre il mondo.
Voi a che branco appartenete?
Fate con il lupo.


sabato 13 maggio 2017

occhio al paradosso.

Dal greco para che significa portiere della nazionale e doss che significa dissuasore di velocità.
Contro ogni logica un paradosso riesce a dare una spiegazione fuori dal comune ad un evento apparentemente semplice.
Il paradosso stimola la riflessione in quanto esercita la nostra mente a superare i limiti logici che la vita di tutti i giorni ci pone.
Alcuni famosi paradossi sono:
Il paradosso del nonno di Schrodinger: quando il nonno è sul divano che dorme ha il 50% di possibilità di essere vivo oppure no, fino a quando nessuno controlla il respiro.
Il paradosso del "tirati su seduto": Ne avevo già parlato. Quando una madre sgrida il bambino che gioca sdraiato a terra gridandogli "tirati su seduto!" è a tutti gli effetti un paradosso.
Il paradosso di "stai zitto quando mi parli": Altro paradosso molto comune nella vita di tutti i giorni, soprattutto nei tamarrini con il motorino, spesso è seguito dall'espressione "abbassa lo sguardo" e da suoni primitivi gutturali come "oooouu" oppure "oh scemouuu" o ancora "oou babbo".

Il più ostico e ancora il più saldo tra i paradossi che io conosca è il seguente:

Vado a lavoro per comprarmi la macchina per andare a lavoro.

Scritto su un muro della mia città questo paradosso può dare risposta a qualsiasi cosa.
E fa riflettere.
Perchè il mondo del lavoro è ancora il più grande paradosso che esista.