venerdì 18 dicembre 2015

Natalizioso

Manca ormai pochissimo all'apertura dei regali, alle cene in famiglia e ai momenti di pace e serenità che il Natale porta con sè, l'albero è pronto, gli addobbi su cani gatti e bambini anche.
Non tutte le persone la pensano così, ma come si sa, nella vita non si può accontentare tutti, quindi vabbeh..ci dovete stare, come sempre passa e va.

Come ogni anno, con una puntualità spaventosa, Michael Bublè esce dalla sua caverna per spargere nel globo una sua nuova canzone natalizia, perchè il Natale è Bublè..e anche questo si sa.

Ma una piccola differenza c'è stata, capace di oscurare anche il disco di Bublè, l'uscita al cinema del nuovo capitolo della saga di Star Wars, ambientato a Pioltello dopo trent'anni dall'ultimo film.

Questa volta diretto da J.J. Abrams, figlio di Jay-Z e J. Jonah Jameson, un prodotto "moderno" targato Disney, con effetti speciali mirabolanti e musiche allegre degne di Fantasia, capace di riprendere la storia dove l'avevamo lasciata, si..proprio li in alto sulla credenza in cucina,
rivoluzionarla un pò ma lasciando elementi nostalgici e citazioni che i fan possono subito cogliere e adorano, perchè la gente ama le saghe e se ne fa un sacco.

Sicuramente la pubblicità aggressiva, fin troppo esagerata ha funzionato, portando nelle sale anche una gran fetta di pubblico che non sa chi sia Chewie, quella fetta di persone che sono nerd e lo dicono perchè va di moda, ma pensano che Harrison Ford non sia mai esistito, oppure coinvolgendo persino chi si aspettava di vedere l'ultimo film di Checco Zalone e con enorme sorpresa l'ha ritrovato ne "Il risveglio della forza", perchè J.J.J.J.J.J.J.J.J.J.J.J.J.J.J.J.J (fermatemi) Abrams ha inserito con sapienza gli elementi giusti, con successo, suo.

Un natale diverso quindi è quello che sta per arrivare, con alberi di natale addobbati con spade laser o piccoli Millennium Falcon, o palle con la faccia di J.J. Abrams che sorride..e il suo sorrido non si sa, stranamente ti irrita.

Concludo augurando ad alcuni e chiunque di passare un felice Natale, di staccare un pò dall'abbraccio stressante che tv, social e la vita in generale ti danno, di rilassarsi e magari canticchiare in famiglia una canzone, che non sarà certo una canzone di Bublè, ma sicuramente una marcia imperiale.
Buon Natale.
Phil.



sabato 5 dicembre 2015

Tic...Tac..Toc.

Non avendo alcun bisogno di determinare il passare dei giorni, salvo l'arrivo del giorno e della notte, i nostri antenati se la prendevano comoda, con una rilassatezza pari ai dipendenti delle poste, potevano stare ore e ore ad aspettare la propria fidanzata sotto casa mentre si preparava oppure potevano passare giornate intere a riposo sotto un albero, ammirando il paesaggio e aspettando la caduta di una mela per determinare che era marcia.
Il primo essere umano imparò a calcolare il tempo, dividendolo in mesi, solamente osservando la luna storta della propria compagna, che ogni 28 giorni diventava intrattabile ed estremamente sensibile riguardo il proprio peso.
Un sistema ahimè troppo imperfetto, di pesanti conseguenze coniugali.
Parecchio tempo non calcolato dopo, un gentiluomo osservando le proprie ombre che si spostavano in base al sole decise di scrivere un romanzo, di un bambino che vola e che non vuol crescere mai, con un'ombra dispettosa che lo sbeffeggia e scappa ogni volta che può.
Leggendo questo romanzo un'illustre venditore di lancette decise di mettersi in proprio con un venditore di quadranti vuoti e insieme fecero successo con l'invenzione dell'orologio.
Ci vollero anni prima che l'invenzione dell'orologio prendesse piede, prima di tutto perchè il nome scelto era improponibile, SVUOCC.
In secondo luogo la gente voleva continuare a non fare nulla tutto il giorno senza limitazioni e poi in quell'epoca buia spiccavano invenzioni altrettanto importanti che rischiarono di offuscare l'importanza di questo strumento.
Invenzioni come la capsula di caffè, il contapassi, il segnalatore di parcheggio e le emoticon.
Con tanta perseveranza e con un'abile manovra di email marketing mirato e cartelloni in tutta la città, questo strumento diventò indispensabile, di  diversi modelli sempre più evoluti sino ai nostri giorni.
In posta si usa ancora il metodo della luna...ma non fateglielo notare mi raccomando.